Al netto di tutto, vent’anni fanno un bel po’ di vita. Sono più di cinquecento concerti moltiplicati per tanti più musicisti passati da qua, molti dei quali si sono rivelati anche incontri con persone di grande valore, non solo dal punto di vista artistico. Senza contare le emozioni, perché quelle davvero non si possono quantificare in nessun modo ma rimangono nel ricordo di chi c’era e di chi le porterà sempre con sé, perché la bella musica riesce a fare quell’effetto e rimane a lungo impressa nella memoria. Ciò che più conta, a questo ventennale il Piacenza Jazz Club, l’associazione culturale che è dietro l’ideazione e organizzazione dell’evento, arriva con una progettualità sempre in fermento e lo sguardo rivolto al futuro. Lungi dal riposare sugli allori dei molti bei risultati conquistati nel tempo, si pensa a intessere nuove collaborazioni e a imbastire nuovi progetti. Pubblicazioni, mostre, nuove collaborazioni fino a un concerto prodotto in proprio sono solo alcuni degli sforzi organizzativi più importanti che vanno al di là del cartellone principale dei concerti – peraltro ricco, ricchissimo di grandi nomi – con l’attenzione a coinvolgere sempre la più ampia porzione di tessuto cittadino. Un festival diffuso, in grado di arrivare capillarmente ben al di fuori del contesto tradizionale dei teatri e delle sale concerto, in mezzo alla gente, nelle scuole, per le strade, nei pub, nei centri commerciali, nel carcere, per portare il suo messaggio di festosa contaminazione e integrazione.
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