Foto by Pierluigi
Bumbaca |
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I brani dall'1 al 7 sono stati registrati dal vivo nel corso del
concerto tenuto dall'Europlane Orchestra, con il concorso dell'E.M.A.C., del
comune di Gorizia Assessorato alla Cultura e dell'Ente Regionale Teatrale del
Friuli Venezia Giulia, all'Auditorium della Cultura Friulana di Gorizia il 17
novembre 1999.
Il brano 8 è stato registrato al New Palace Recording Studio di Udine il
13 novembre 1999. |
  L'idea che lega i musicisti dell'Europlane Orchestra - orchestra
jazz permanente dei paesi centro europei sotto il patrocinio dell'INCE - CEI
(Iniziativa Centro - Europea), da me diretta - è quella di proporre un'analisi,
un approfondimento ed un riassunto dei termini della tradizione jazzistica per
portare un proprio contributo, in chiave europea, a quel processo di
classicizzazione del jazz - avviato da musicisti come Phil Woods, Keith
Jarrett, Wynton Marsalis ed altri - che sarà probabilmente un punto
di riferimento importante per gli sviluppi della musica nel nuovo millennio.
Tale contributo musicale, rivolto sia agli appassionati di jazz che ai
cultori della musica di Kurt Weill, vuole essere in sintonia e
continuità musicale con quel tipo di "jazz europeo" che ha saputo
conservare le radici nella tradizione musicale classica e popolare europea, ed
il gusto per la melodia e la costruzione armonica.
Si pensi a musicisti come Joe Zawinul, NHOPedersen, J.L.
Ponty, Jan Garbarek, Palle Mikkelborg, Martial Solal, Toots
Thielemans, Tete Montoliu, Renè Thomas, Disko Gojkovic,
John Surman, Kristof Komeda, Miroslav Vitous, Jiri Mraz,
Enrico Rava, Guido Manusardi e ad altri, naturalmente anche
italiani, che hanno espresso nel jazz la propria creatività e personalità
artistica in tutta compiutezza.
Partendo da Kurt Weill - grande musicista europeo nato nel 1900
e scomparso nel 1950
(quante ricorrenze nel 2000!) - è possibile individuare un percorso di canzoni
alternative al filone Gershwin-Broadway-Tin Pan Alley che affonda le radici
nella tradizione europea dell'"entertainment" musicale (operetta,
chanson, tango) e che, pur muovendosi da canoni estetico-musicali diversi, si
rivela spesso in sintonia con gli sviluppi armonici e ritmici del jazz. Numerosi
jazzisti infatti, da Louis Armstrong a Chick Corea, hanno
utilizzato brani come "Speak Low", "My Ship", "September
Song", "Mack The Knife", "This Is New"
di Kurt Weill sia come canovaccio armonico per le loro improvvisazioni, sia per
esprimere un certo tipo di lirismo di ispirazione non afro-americana.

Con questo lavoro su Kurt Weill, si è cercato quindi di porre in evidenza
alcune coordinate stilistiche e di linguaggio che valorizzano e rendono
peculiare il jazz a matrice europea, pur senza dimenticare che il blues, lo
swing ed il fraseggio improvvisato sono aspetti irrinunciabili nel jazz.
Al fine di poter cogliere appieno le varie sfumature ed opportunità che
il ricco "songbook" di Kurt Weill offre in chiave di approfondimento
jazzistico, ho scelto - diversamente dall'approccio proposto del primo CD dell'Europlane
Orchestra - la strada di impegnare i musicisti coinvolti nel progetto in
formazioni diverse e con varie combinazioni di strumenti e suoni, ponendo così
maggiormente in risalto le doti artistiche ed il background jazzistico di
ognuno.
Riguardo alla scrittura degli arrangiamenti ed all'impostazione
stilistica dei brani, tra i quali è compresa anche una mia composizione dal
titolo "New/Old Dreams" ho cercato di proporre insieme a Marco
Castelli e Gabriele Centis, il cui tributo artistico e musicale è
stato essenziale per la realizzazione del progetto - un "sound" che
spazia dalla tradizione alla moderna classicità del jazz, nel tentativo di
portare diritto al cuore dell'ascoltatore quelle emozioni e sorprese che la
musica di Kurt Weill ed il jazz, da qualunque parte del mondo esso provenga,
possono ancora darci ben oltre il 2000.
ROBERTO MAGRIS
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Data ultima modifica: 21/04/2003
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