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Europlane Orchestra
Plays Kurt Weill

1. Is it him or is it me?
2. Thousands of miles
3. September song
4. This is new
5. Trouble man
6. New/Old dreams
7. There'll be life, love and laughter
8. Reprise: Is it him or is it me?

Ines Reiger: voce (Austria)
Marco Castelli: sax soprano e tenore (Italia)
Lojze Krajncan: trombone (Slovenia)
Darko Jurkovic: chitarra
(Croazia)
Roberto Magris: pianoforte (Italia)
Frantisek Uhlir: contrabbasso (Rep. Ceca)
Gabriele Centis: batteria (Italia)

Foto by Pierluigi Bumbaca


I brani dall'1 al 7 sono stati registrati dal vivo nel corso del concerto tenuto dall'Europlane Orchestra, con il concorso dell'E.M.A.C., del comune di Gorizia Assessorato alla Cultura e dell'Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, all'Auditorium della Cultura Friulana di Gorizia il 17 novembre 1999.
Il brano 8 è stato registrato al New Palace Recording Studio di Udine il
13 novembre 1999.


L'idea che lega i musicisti dell'Europlane Orchestra - orchestra jazz permanente dei paesi centro europei sotto il patrocinio dell'INCE - CEI (Iniziativa Centro - Europea), da me diretta - è quella di proporre un'analisi, un approfondimento ed un riassunto dei termini della tradizione jazzistica per portare un proprio contributo, in chiave europea, a quel processo di classicizzazione del jazz - avviato da musicisti come Phil Woods, Keith Jarrett, Wynton Marsalis ed altri - che sarà probabilmente un punto di riferimento importante per gli sviluppi della musica nel nuovo millennio.

T
ale contributo musicale, rivolto sia agli appassionati di jazz che ai cultori della musica di Kurt Weill, vuole essere in sintonia e continuità musicale con quel tipo di "jazz europeo" che ha saputo conservare le radici nella tradizione musicale classica e popolare europea, ed il gusto per la melodia e la costruzione armonica.
Si pensi a musicisti come Joe Zawinul, NHOPedersen, J.L. Ponty, Jan Garbarek, Palle Mikkelborg, Martial Solal, Toots Thielemans, Tete Montoliu, Renè Thomas, Disko Gojkovic, John Surman, Kristof Komeda, Miroslav Vitous, Jiri Mraz, Enrico Rava, Guido Manusardi e ad altri, naturalmente anche italiani, che hanno espresso nel jazz la propria creatività e personalità artistica in tutta compiutezza.

Partendo da Kurt Weill - grande musicista europeo nato nel
1900 e scomparso nel 1950 (quante ricorrenze nel 2000!) - è possibile individuare un percorso di canzoni alternative al filone Gershwin-Broadway-Tin Pan Alley che affonda le radici nella tradizione europea dell'"entertainment" musicale (operetta, chanson, tango) e che, pur muovendosi da canoni estetico-musicali diversi, si rivela spesso in sintonia con gli sviluppi armonici e ritmici del jazz. Numerosi jazzisti infatti, da Louis Armstrong a Chick Corea, hanno utilizzato brani come "Speak Low", "My Ship", "September Song", "Mack The Knife", "This Is New" di Kurt Weill sia come canovaccio armonico per le loro improvvisazioni, sia per esprimere un certo tipo di lirismo di ispirazione non afro-americana.

C
on questo lavoro su Kurt Weill, si è cercato quindi di porre in evidenza alcune coordinate stilistiche e di linguaggio che valorizzano e rendono peculiare il jazz a matrice europea, pur senza dimenticare che il blues, lo swing ed il fraseggio improvvisato sono aspetti irrinunciabili nel jazz.

Al fine di poter cogliere appieno le varie sfumature ed opportunità che il ricco "songbook" di Kurt Weill offre in chiave di approfondimento jazzistico, ho scelto - diversamente dall'approccio proposto del primo CD dell'Europlane Orchestra - la strada di impegnare i musicisti coinvolti nel progetto in formazioni diverse e con varie combinazioni di strumenti e suoni, ponendo così maggiormente in risalto le doti artistiche ed il background jazzistico di ognuno.

Riguardo alla scrittura degli arrangiamenti ed all'impostazione stilistica dei brani, tra i quali è compresa anche una mia composizione dal titolo "New/Old Dreams" ho cercato di proporre insieme a Marco Castelli e Gabriele Centis, il cui tributo artistico e musicale è stato essenziale per la realizzazione del progetto - un "sound" che spazia dalla tradizione alla moderna classicità del jazz, nel tentativo di portare diritto al cuore dell'ascoltatore quelle emozioni e sorprese che la musica di Kurt Weill ed il jazz, da qualunque parte del mondo esso provenga, possono ancora darci ben oltre il 2000.
ROBERTO MAGRIS

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Data ultima modifica: 21/04/2003





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