Uno degli argomenti attuali più discussi dai musicisti (partendo
in primis da noi batteristi) è sicuramente quello legato alle medesime problematiche
nel "suonare avanti o indietro rispetto al beat", ovvero Up-Down, oppure, sul Beat
quindi On.
Siamo alla costante ricerca delle migliori soluzioni per suonare
comodamente e perfettamente sincronizzati con il metronomo, come dicono gli americani:
In The Pocket, e non in maniera marcata o dilatata.
Negli ultimi tempi, infatti, negli studi di registrazione è aumentata
l'esigenza di raggiungere la perfezione nella realizzazione di una take -soprattutto
della batteria- sforzandosi di suonare quanto più possibile sul click…. Ma, riascoltando
la take ci si accorge che è quasi sempre suonata avanti rispetto al click.
Spesso, ciò è dovuto ad insicurezza,
instabilità sulla batteria, rigidezza, poco controllo e mancata reattività del musicista
nel suonare in relazione al beat, oppure ad una vera e propria disattenzione. Questo
perché esso non si pensa correttamente così come non si rispettano le suddivisioni
interne che intercorrono tra una pulsazione e l'altra, ovvero tra ¼ e l'altro. Altrettante
volte, alla base può esserci un problema di natura psicologica, che diventa la causa
principale e che coinvolge il musicista a non suonare con il giusto relax combattendo
un' inutile e profonda lotta interiore. Egli si carica di paure ed insicurezze
dapprima sul proprio clock interno e successivamente peggiorandone i rapporti con
il click stesso, esagerando anche durante lo studio sul proprio strumento ed eccedendo
nell'utilizzo del metronomo. Con ciò si arriva ad essere ossessionati da esso stesso
e diventare dipendenti dal click.
Sviluppare il proprio "Internal clock" è importantissimo e ci
permette di capire se stiamo suonando Up, Down oppure On beat. Uno sviluppo del
proprio Internal Clock aiuta, inoltre, a suonare anche in situazioni in cui non
è richiesto l'utilizzo del metronomo; serve a tener sotto controllo gli altri componenti
della band e a farli suonare comodi sul tempo.
Per comprendere meglio il discorso sul "suonare avanti o indietro",
vorrei menzionare lo spezzone di un articolo: "Timing:
Suonare Avanti, Indietro o sul Beat" pubblicato qualche anno fa da un
carissimo amico e collega chitarrista Marcello Zappatore sul questo stesso
sito.
"Il suonare avanti o dietro rappresenta anche, a mio avviso, espressione
di un proprio modo di essere dal punto di vista culturale e/o razziale; culturalmente
parlando, noi europei abbiamo tutto il retaggio della musica classica (spesso votata
al virtuosismo o comunque alla valorizzazione del singolo esecutore o gruppo di
esecutori) che ci porta inevitabilmente a suonare avanti rispetto al battito del
metronomo. Nell'ambito invece della musica africana (e di tutto ciò che da essa
deriva), l'esperienza musicale è un'esperienza di gruppo che si impronta alla
condivisione, in cui è molto labile la separazione tra esecutori e pubblico (differenza
fortissima rispetto all'elitarietà di buona parte della musica classica), e in cui
è importante godersi il momento della comunanza musicale affinché duri il più a
lungo possibile: è per questo che è molto probabile che un nero, anche istintivamente,
vada dietro (in ritardo) rispetto al beat.
Per quanto riguarda il punto di vista razziale, avete mai
notato la differenza che c'è nel modo di camminare di un nero e di un bianco? Si
tratta di una pesante generalizzazione, però in linea di massima una persona bianca
cammina con passi stretti e rapidi, come a volersi sbrigare, mentre un nero si molleggia
su falcate più ampie e meno frequenti. Probabilmente anche questo fattore porta
una persona ''non europea'' a collocarsi dietro rispetto al beat."
Secondo il mio punto di vista si possono creare dei seri problemi
sul Controllo del Timing anche quando si suona sul Back Beat oppure sul Forward
Beat. A mio avviso, suonando su un Back Beat si tende a suonare in maniera
più dilatata ovvero Down, se invece andiamo a suonare su un Forward Beat si suona
più marcati, ovvero Up.
E anche qui si è creato un vero e proprio oggetto di discussione
tra noi musicisti: quali linguaggi stilistici si suonano Up/Down/On vs Back Beat
o Forward Beat???
Sicuramente, tutti gli stili musicali che hanno questo tipico
Time sul Back Beat andrebbero suonati indietro rispetto al Beat; gli stili con un
Time sul Forward Beat, invece, avanti mentre gli stili denominati "POP" andrebbero
suonati sul Click e quindi "In The Pocket"!!!
Un esercizio importantissimo grazie al quale possiamo migliorare
il nostro Internal Clock e, soprattutto il timing, è quello di pensare alle
suddivisioni interne tra un quarto e l'altro all'interno di una misura. Questo ci
permette di pensare a tutte le note che intercorrono tra le pulsazioni.
Esempio:
In una misura di 4/4 con movimenti regolari di ¼ si pensa spesse volte in sedicesimi
nelle velocità che variano con bpm da 40 a 110. Si pensa, invece, in ottavi nelle
velocità con bpm da 120 in poi. In questo modo, come afferma il mio maestro
Maurizio Dei Lazzaretti,
tutte le note che non suoniamo sullo strumento (le pause), suonano dentro di noi.
Il complessivo ci dà continuità e fluidità del timing,
pensando correttamente tutte le note e collocandole al loro giusto posto.
Secondo il mio parere, però, un errore gravissimo che viene commesso
è quello di utilizzare il conteggio delle suddivisioni utilizzando il linguaggio
italiano (con tutto il rispetto per la nostra lingua).
Se suddividiamo una misura di 4/4 in quattro movimenti,
ogni movimento di ¼ sarà suddiviso poi in una quartina di sedicesimi ed otterremo,
quindi, questo conteggio:
U-U-NO-O DU-U-E-E TRE-E-E-E
QUA-A-TTRO-O
Noteremo che le sillabe sono strettissime, formate nella maggior parte da una vocale
o da una vocale+consonante (raramente da tre).
Questo sistema di contare ci porterà inevitabilmente a tirare
molto avanti rispetto al beat: le sillabe sono strette, il linguaggio e la
pronuncia sono veloci e brevi soprattutto nel pronunciare le vocali U – E.
Poiché il nostro obiettivo è quello di stare sul beat perché,
inevitabilmente, come appunto descrive Marcello Zappatore nel suo articolo, noi
musicisti bianchi suoniamo up. Questo sistema di conteggio a sillabe ci fa suonare
ancora più avanti rispetto al beat. In virtù di ciò che è stato appena descritto,
sconsiglio vivamente questo tipo di suddivisione.
Un miglior sistema di conteggio delle suddivisioni interne invece,
secondo me, è quello di utilizzare il linguaggio inglese:
ONE-E-AND-AH TWO-E-AND-AH
THREE-E-AND-AH FOUR-E-AND-AH.
Come si può notare, suddividendo in questo modo le sillabe sono più lunghe, contengono
più vocali e consonanti, la pronuncia ed il linguaggio sono più dilatati e fluidi
rispetto al conteggio in italiano.
Sicuramente, questo sistema aiuterà il musicista a suonare in
maniera più pratica sul beat, a pensare e contare fluidamente le suddivisioni e
a non suonare avanti o indietro.
Vorrei concludere questo articolo consigliando a tutti i batteristi
e musicisti lo splendido libro "Time Rudiments" di
Maurizio Dei Lazzaretti,
una guida completa per migliorare il Timing ed soprattutto il proprio Internal Clock.
Io lo studio ormai da diversi anni e gli argomenti trattati mi hanno davvero aiutato
tantissimo a migliorare appunto il mio Internal Clock, Controllo, Reattività, Relax,
il Rapporto con il Click ed, infine, mi ha ispirato a scrivere questo articolo.
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Data pubblicazione: 12/11/2016
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