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Claudio Fasoli Samadhi quartet (A long trip 22)

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Parco della musica 2025

  1. Cluster 1
  2. Peime
  3. Boerum Hill
  4. Bam
  5. Cluster 4
  6. Sext
  7. Cluster 2
  8. Magia silenziosa
  9. Cluster 3
  10. Yet

Claudio Fasoli: sassofono tenore e soprano
Michelangelo Decorato: pianoforte
Pietro Leveratto: contrabbasso
Marco Zanoli: batteria

Claudio Fasoli torna ad incidere con il suo gruppo “Samadhi” a nove anni dalla pubblicazione di “Haiku time”. In realtà la formazione non è proprio la stessa. Al contrabbasso figura, infatti, Pietro Leveratto, in luogo di Andrea Lamacchia e manca il trombettista Michael Gassman. Il quintetto si è trasformato, perciò, in quartetto. C’è da aggiungere, inoltre, che non è stato sciolto il “Next quartet”, protagonista degli ultimi tre dischi del sassofonista, che continua ad essere attivo a tutti gli effetti.

“A long trip 22” è stato registrato a Roma proprio 3 anni fa, ed è una sorta di ripresa del percorso di un gruppo, che si era interrotto anzitempo, forse. Rispetto al “Next quartet”, la presenza di un pianista come Decorato sposta l’asse della musica verso una maggiore classicità, e anche la sezione ritmica di “Samadhi” lavora in maniera più quadrata, meno disinibita, con i dovuti distinguo, si intende. A mettere d’accordo tutti è, poi, il sax del band leader che non è, però, sempre al centro della scena. A volte Fasoli si defila, lasciando spazio ai suoi strumentisti. Li ascolta e poi interviene per piazzare la zampata giusta per mezzo dei suoi soli espressi con quel timbro inconfondibile, sul tenore o sul soprano, di impronta cool, come lontana derivazione, opaco e splendente nel contempo.  È Opaco nel tono, splendente nell’inventiva, per spiegare meglio il concetto. Il fraseggio è misurato, con momenti nervosi e altri sobriamente morbidi. L’ immaginazione e il senso della forma, comunque, governano l’incedere del musicista veneziano in ogni angolo del disco.

La musica dell’album alterna segmenti in cui prevale la libera improvvisazione, in particolare nei 4“Cluster”, ma tutto è tenuto sotto stretta sorveglianza, si capisce, ad altri in cui si avverte un impulso free, come in “Sext”, pezzo dalla costruzione ellittica, spiraliforme. In “Boerum Hill”, per contro, si procede sulle orme stilistiche di Wayne Shorter, un grande del jazz, ben conosciuto e amato dal leader del quartetto. “Magia silenziosa” è, invece, un brano su tempo lento e assorto, una ballad semplice, condotta con la consueta linearità, senza strafare. Il disco racchiude, cioè, aspetti e fisionomie dissimili per precisa scelta metodologica del band leader. Come si legge nelle note di copertina : Con A long trip 22 mi muovo su tutti i territori possibili nell’ambito di quanto appartiene alla armonia della musica occidentale e scopro sempre possibilità di sviluppo. Ma non rifuggo da soluzioni più ortodosse o invece ‘fuori armonia’, oppure addirittura banali se necessario, non voglio avere limiti o preconcetti.”

Quest’ultima incisione è, perciò, in continuità con le produzioni antecedenti, per il carattere dei contenuti e per il rimando ad un proposito sottostante a tutte le sue scelte artistiche: mai tornare indietro e mai ripetere, nella stessa maniera, quanto realizzato in precedenza.

Domani per Claudio Fasoli, dunque, sarà ancora un altro giorno, da dedicare a stimolanti  acquisizioni e indirizzato verso nuove e affascinanti scoperte.