Home Album Antonio Onorato (Neapolitan Avantgarde)

Antonio Onorato (Neapolitan Avantgarde)

31
0

2025, Guitarangel Music

  1. Tammurriata Nera
  2. Chi Tene ‘O Mare
  3. Neapolitan Minor Blues
  4. Taranfree
  5. Palummella
  6. 3/4 E Un Po’
  7. Luandando
  8. Arabesque

Antonio Onorato – chitarra elettrica, breath guitar
Gianni D’Argenzio – sassofono
Angelo Farias – basso
Salvatore Tranchini – batteria

Con Neapolitan Avantgarde, Antonio Onorato firma un album audace e profondamente radicato nella sua identità musicale: un jazz che guarda avanti senza mai voltare le spalle alla tradizione. In questo nuovo progetto, il chitarrista napoletano reinventa il patrimonio sonoro partenopeo attraverso un filtro contemporaneo, miscelando la ritualità delle forme popolari con strutture libere, sonorità urbane e suggestioni world, senza mai perdere di vista il groove e la cantabilità.

Il cuore pulsante dell’album è proprio una sorta di dialogo tra la tradizione e l’innovazione: brani come “Tammurriata Nera” e “Chi Tene ‘O Mare” riportano in primo piano le melodie e i ritmi popolari napoletani, ma si rivestono di nuove armonie, metriche imprevedibili e timbriche sperimentali. Come non rimanere in liturgico silenzio all’ascolto di “Chi tene ‘o mare” o letteralmente sorpresi e catturati quando un’icona come “Tammurriata Nera” svolta verso un’avanguardia sonora, ritmica, dinamica.

In “Neapolitan Minor Blues” e “Taranfree”, l’approccio compositivo si fa più libero e improvvisativo, con una forte tensione tra struttura e flusso. Il primo si muove tra la forma canonica del blues e scale modali partenopee, mentre il secondo è una tarantella decostruita, dove la batteria di Salvatore Tranchini e il basso elastico di Angelo Farias disegnano traiettorie ipnotiche su cui il sax di D’Argenzio e la guitar-breath di Onorato intersecano evoluzioni senza “tregua”. In “3/4 E Un Po’”, Onorato e il suo originale sound neapolitan-jazz salgono in cattedra per un’escursione ad alta velocità, (in)seguito da una solidissima band. Così come in “Arabesque”, più “lento”, lirico, contemplativo, quasi ipnotico, con ancora la guitar-breath a tracciare un percorso poi ripreso e sviluppato ulteriormente da D’Argenzio.

Chiudono l’album “Palummella” e “Luandando”, brani dove la melodia torna protagonista, ma sempre filtrata da una visione personale che fonde elementi afro, latini e mediterranei in un equilibrio sottile. Qui Onorato riafferma la sua poetica: un jazz narrativo e spirituale, capace di far convivere radici e futuro con sorprendente naturalezza.

Neapolitan Avantgarde è un manifesto di una visione musicale unica nel panorama italiano: Antonio Onorato si conferma non solo eccellente ed esperto chitarrista, ma autore e pensatore musicale in grado di dare voce, internazionale e sperimentale, all’anima di Napoli raccogliendo (e vincendo) la sfida di accogliere influenze, filtrarle, assorbirle e restituirle in modo del tutto originale. Un ponte tra il Vesuvio e le strade di New York, con un forte respiro mediterraneo.