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Bill Laurance (Lumen)

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2025, ACT Music

  1. Fils D’Or (06:55)
  2. Lumen (03:01)
  3. Mantra (04:08)
  4. What You Always Wanted (03:28)
  5. Dove (03:49)
  6. Treehouse (06:22)
  7. Lovers Leap (04:24)
  8. Opal (03:29)
  9. Sera (04:02)
  10. Even After All (05:33)

Bill Laurance – pianoforte (Yamaha CFX2 grand piano; Yamaha UX3 upright piano con feltro)

Con Lumen, Bill Laurance compie un passo radicale verso l’essenzialità. Il suo nuovo album solista — pubblicato da ACT Music nel 2025 — è un viaggio notturno e intimo che mette al centro il rapporto fra spazio, silenzio e suono, esplorando con gusto sonoro il confine fra composizione strutturata e improvvisazione spontanea. Registrato presso la St Faith’s Church, Dulwich, London il 3–4 aprile 2025, offre una espansione di suoni che avvolgono ogni ambito emotivo..

I primi tre brani — “Fils D’Or”, “Lumen” e “Mantra” — instaurano l’atmosfera del disco: apertura delicata, risonanze lunghe, una narrazione introspettiva che gradualmente si fa più presente. In “Fils D’Or” Laurance gioca con la spazialità del suono, lasciando emergere vibrazioni e overtones, mentre il breve “Lumen” è quasi una cadenza meditativa che prepara al più articolato “Mantra”, dove il tema insistente evolve in variazioni sottili.
A seguire, “What You Always Wanted”, “Dove” e “Treehouse” mostrano varianti espressive: “What You Always Wanted” si muove in un registro più scuro, con tensioni armoniche che si insinuano sotto la superficie del suono; “Dove”, al contrario, è più lieve, con tocchi di blues e riferimenti allo stride rallentato; “Treehouse” è un brano centrale per raffinata costruzione melodica, dove Laurance fonde elementi classici e jazz con leggiadria. Questi tre pezzi testimoniano la sua capacità di passare da introspezione a lirismo con naturalezza.
Infine, le ultime quattro tracce — “Lovers Leap”, “Opal”, “Sera” e “Even After All” — portano il disco verso un epilogo contemplativo. “Lovers Leap” aggancia un sentimento di dolce nostalgia, mentre “Opal” e “Sera” vivono sul confine fra sogno e pausa sonora. “Even After All” chiude con una sorta di benedizione musicale: è il momento in cui il silenzio e il suono si intersecano, lasciando spazio alla reverie e alla riflessione.

In conclusione, Lumen è un album che rivela la maturità artistica di Laurance: un disco che non cerca virtuosismi esteriori, ma si affida al gesto minimale e alla forza evocativa dello spazio inframezzato da note dinamicamente controllate in moto eccelso; il pianoforte diventa voce e respiro, e l’ascoltatore è invitato ad abitare ogni pausa, ogni eco, ogni traccia di luce sonora — un’esperienza che rimane ben oltre l’ultimo accordo.