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Emanuele Sartoris e Roberto Cifarelli (Inquadratura di composizioni)

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Tuk 2024

Impro 1, nell’ombra della luce
Riflessioni sonore
Il tempo
Archè
Immobile
Blue solitudo. Notturno op.5 nr.1
Tredici note di colore
Zefiro
Sympatheia
Impro 2, dietro lo sguardo

Emanuele Sartoris: pianoforte
Roberto Cifarelli: immagini, voci e rumori

Inquadratura di composizioni” è un’opera multimediale prodotta da due personaggi che credono in maniera convinta nella comunicabilità fra le arti e si adoperano per concretizzare questo concetto nella loro attività creativa. L’esperienza nasce da un felice incontro fra Cifarelli e Sartoris, che ha portato i due a ipotizzare la nascita di una realizzazione comune, dove ognuno ha messo del suo,  vista la vicinanza estetica e metodologica fra le rispettive posizioni. Così il fotografo ha consegnato 4 progetti  al musicista, che a sua volta ha proposto 4 composizioni al fotografo. I due hanno lavorato in un primo momento da soli sul materiale ricevuto, per condividere, poi, e socializzare le rispettive elaborazioni. In tal modo, a grandi linee, è nato il disco, modificato, però, in divenire, nello studio di registrazione di Stefano Amerio, in ragione della supremazia del gesto improvvisativo sul lato compositivo puro e semplice, secondo un tipo di mentalità jazzistico appartenente ad entrambi.

Le foto sono state montate in modo ingegnoso, tanto da suggerire un movimento, un’ondulazione, adatte ad accompagnare la musica o, viceversa, la musica sembra entrare dentro le sinuosità delle immagini per fornire loro un’armonia, un ritmo interiore.

Cifarelli ha assemblato tematicamente i suoi scatti con un lavoro attento e fantasioso, riuscendo a formare dei quadri d’insieme che si rivelano o si nascondono, con particolari che vengono in primo piano o si allontanano, con effetti visivi ricercati e sorprendenti. Le foto, cioè,  sono mostrate dinamicamente in una successione rapida, ricca di significati e di preziosità formali. Cifarelli ha voluto, inoltre, inserire la sua voce, il rumore dei suoi passi e far sentire il battito del cuore, per includere nel disco tutto sé stesso.

Sartoris ha lavorato parecchio sul versante melodico allestendo motivi aggraziati, armonizzati con gusto, ricchezza espressiva e calore sotterraneo, perfetti per accompagnare le istantanee in movimento. Nell’eloquio del pianista, poi, si avvertono gli echi di studi accademici, sì, ma si intravedono pure altri modelli di riferimento, da Chick Corea a Brad Mehldau, filtrati, però, dalla sua acuta sensibilità. Se in precedenza era lecito, con un po’ di approssimazione, etichettare il musicista piemontese come un pianista classico in trasferta nel jazz, in questo disco in particolare, Sartoris privilegia il linguaggio sincopato – le sue mani sono intrise nel blues – pur non dimenticando, e come potrebbe, la sua formazione accademica. Cambia l’angolo di prospettiva, però , nei confronti dei generi musicali da lui assimilati. È quasi una rivoluzione copernicana, se questo metro di paragone non risulta troppo audace…

Inquadratura di composizioni”, in conclusione, è un cd da ascoltare e da vedere in contemporanea, per apprezzare la magia di un incontro fra due artisti che hanno tutto per dialogare insieme, ognuno con i propri mezzi. Sotto o sopra di tutto sta una analoga voglia di creare, sotto la spinta dell’immaginazione e della grande stima reciproca.