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Sheila Jordan (1928–2025): la voce con “orecchie da un milione di dollari” che ha incarnato il bebop

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Sheila Jeannette Jordan (nata Dawson), icona del jazz americano, ci ha lasciati all’età di 96 anni, lunedì 11 agosto 2025, nella sua abitazione a New York, circondata dalla musica che ha amato fino all’ultimo respiro. Secondo il racconto della figlia Tracey, Sheila si è addormentata mentre ascoltava Bill for Bennie, un brano bebop suonato dalla cara amica Joan Belgrave – un commiato poetico, essenziale come la sua vita e la sua arte.

Nata a Detroit l’18 novembre 1928, Sheila Jordan crebbe tra gravi difficoltà economiche e familiari nella regione mineraria della Pennsylvania tanto che fu affidata ai suoi nonni. Fu la musica – in particolare Charlie Parker – a darle un senso di fuga e speranza: ricordava il giorno in cui, mettendo una moneta nella jukebox, sentì Now’s the Time di Parker e capì che quello era il suo destino.

Arrivata a New York nel 1951, studiò armonia e teoria con Charles Mingus e Lennie Tristano e nacque una collaborazione vitale con il pianista Duke Jordan che, in seguito, divenne suo marito. Fu proprio Charlie “Bird” Parker che la chiamò “la cantante con le orecchie da un milione di dollari” – un riconoscimento alla sua sensibilità musicale e alla sua intelligenza interpretativa.

Sheila Jordan fu pioniera nell’uso del contrabbasso come unico accompagnamento vocale – una scelta audace e distintiva costruita in particolare con Cameron Brown. Si possono ascoltare le loro uniche evoluzioni sull’album Celebration, pubblicato nel 2005, che raccoglie il meglio di questo incredibile duo. Il suo primo album da leader, Portrait of Sheila (Blue Note, 1963), fu un evento storico, tanto che uscì nonostante la politica della casa discografica di non registrare vocalist. L’album fu accolto con entusiasmo: annoverato tra i migliori del 1963, valse a Sheila Jordan menzioni e lodi anche sulla prestigiosa DownBeat per cui vinse il sondaggio come “Talent Deserving Wider Recognition” (talento che merita più ampio riconoscimento).

Negli anni successivi, Sheila Jordan affrontò difficoltà personali, come la separazione dal marito e la necessità di crescere da sola la figlia Tracey, tanto che dovette mantenersi con un lavoro di dattilografa in un’agenzia pubblicitaria per oltre due decenni. Nonostante questo, continuò a esibirsi saltuariamente, fino a riprendere la carriera attivamente negli anni ’70, affiancandosi a musicisti come Steve Kuhn, Roswell Rudd, Harvie Swartz e altri.

Nel 1978, Sheila iniziò a insegnare come docente associata al City College of New York, tenendo corsi e workshop per quasi tre decenni, oltre a insegnare in altre istituzioni come la University of Massachusetts Amherst e tenere master class in tutto il mondo.

Tra i premi che onorarono la sua carriera: il NEA Jazz Master Award nel 2012, uno dei più prestigiosi riconoscimenti nell’ambito jazzistico, un riconoscimento culturale che negli Stati Uniti ha un valore altissimo.

La sua ultima esibizione è stata il 14 febbraio 2025, al Green Mill di Chicago, in concomitanza con l’uscita del suo ultimo album, Portrait Now: con una voce ed una verve inconfondibili e densi di energia e passione.

Purtroppo, come spesso accade negli Stati Uniti, anche Sheila Jordan, nel suo ultimo periodo ha dovuto chiedere sostegno attraverso una piattaforma di crowdfunding per poter far fronte alle costose cure e assistenze. Ma la figlia Tracey ha reso noto che i fondi raccolti serviranno per coprire le spese mediche e a garantirle una degna sepoltura nel Jazz Corner del cimitero di Woodlawn nel Bronx a New York.

Sheila Jordan ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del jazz: con la sua voce sinuosamente avvolta all’armonia, capace di liberarsi nel noto scat, da gran maestra, e sempre ancorata alla melodia di base come guida del suo pensiero musicale, ed è così che ha letteralmente incarnato l’anima del bebop vocale. Ha costruito un ponte fra la musica degli strumentisti e la voce umana, riuscendo a creare, col solo contrabbasso un duo unico e praticamente irriproducibile, un approccio davvero rivoluzionario.

Ha sempre affermato di desiderare di «continuare a fare questa musica finché vivo», ed è ciò che è riuscita a fare.

Sheila Jordan è stata spesso in Italia, con Attilio Zanchi, Roberto Cipelli e Billy Drummond o Gianni Cazzola e ha contagiato chiunque di sorrisi, passione, leggerezza, grandezza. Chi ha avuto la fortuna di incontrarla, può solo avere ricordi belli e talmente ricchi da annoverarli tra i migliori in assoluto della propria esperienza. Sia musicisti, che appassionati, addetti del settore, hanno sempre avuto grande attenzione da Sheila Jordan che si è sempre offerta in tutta la sua grandezza professionale. Come documento esclusivo, pubblichiamo un estratto di un concerto tenutosi il 19 ottobre 2005, presso il Ueffilo Jazz Club, in cui la grande Sheila Jordan era insieme al trio italiano su citato. Oltre alla sua indubbia maestria, vogliamo sottolineare come abbia invitato sul palco due giovani jazz singer che erano tra il pubblico per uno scat dinanzi al quale la sua approvazione con sorriso e piacevole sorpresa sono evidenti. Le due jazz singer, affermate docenti, artiste, sono Cinzia Eramo e Gianna Montecalvo.

Sheila Jordan se n’è andata l’11 agosto 2025, ma la sua voce rimarrà viva nelle registrazioni, nell’eredità dei suoi insegnamenti, tanti, in tutto il mondo, e soprattutto nelle menti e nei cuori di chi ama il jazz autentico e libero. Addio a una vera Jazz Master, a un’artista che visse ogni nota con passione, coraggio ed eleganza.

So Long Sheila!