Anna Laura Longo è pianista-performer di indole pluridisciplinare, addentrata in ricerche musicali di carattere ampliato, che trovano interessanti congiunzioni con la scrittura poetica e inoltre con le arti visive.
Nell’anno 2021 un corpus di sue originali investigazioni musicali è confluito nel volume intitolato Viaggio nell’entroterra [Moviment-azioni pianistiche], organizzato a mo’ di pamphlet, con resoconti diaristici relativi a percorsi pianistici sperimentali sviluppati lungo un intero quinquennio. Con il precedente libro intitolato Apparati di suoni metodicamente cruciali (La città e le stelle – 2013) è risultata vincitrice del Premio internazionale Lago Gerundo nella sezione critica musicale. In riferimento a tale premio è stata intervistata su Radio Alma, con sede a Bruxelles, da Marilena Di Stasi. È in preparazione il volume Epicentri mobili/ Per un approccio dinamico- estensivo.
Diplomata in Pianoforte presso il Consevatorio di Musica ” O. Respighi” di Latina sotto la guida di Angela Taglione, ha proseguito con un percorso quadriennale di Alto perfezionamento internazionale presso l’Arts Academy in Roma, con il M° Fausto Di Cesare. Pluripremiata in concorsi di interpretazione pianistica di livello nazionale e internazionale, ha inciso come pianista solista il CD L’ombra della voce (TEM) con musiche di Andrea Amendola. Come interprete ha elaborato progetti incentrati su musiche di K. Stockhausen, S. Gubaidulina, H. Lachenmann. G. Kurtág E. Luthiens, A. Schoenberg, A. Berg, A. Webern, G. Ustvolskaya.
Passa con disinvoltura dalla scrittura alle pratiche estemporanee, facendo uso di oggetti tratti dalla quotidianità o appositamente progettati per incrementare le azioni strumentali. Attualmente è al lavoro su una performance intitolata Studi sulla variegatezza delle durate, dove la dimensione temporale viene indagata sulla base di sottili intersecazioni tra linguaggi e codici espressivi, innescando dei forti vincoli con la tematica della percezione in senso lato.
Alcune delle principali esibizioni hanno avuto luogo a Losanna (Haute Ecole de Musique et Conservatoire), Friburgo (Centre Le Phenix), Roma (Museo degli strumenti musicali, Teatro Kairos, Museo Napoleonico, Accademia di Danimarca, Conservatorio S. Cecilia, Auditorium del Casc, Scatola sonora, Teatro Cantiere), Torino (Educatorio della Provvidenza), Monteleone di Spoleto (Teatro Comunale), Madrid (Auditorium de musica creativa). Ha avuto diverse collaborazioni in contesti teatrali e portato in pubblico sue musiche originali, spesso arricchite di particolari risvolti performativi, tra cui: Velamen, Un barlume ornato di coraggio ansante, Lunghi slanci pausati/ Infiltrazioni in un sogno fotosintetico, Per raschiare le rocce, Dentro fuochi ammutoliti da caotiche distanze.
Tali contributi, in forma di “innesti sonori”, sono rientrati anche all’interno di contesti espositivi. Ad esempio, in congiunzione con il brano Lembi di germinazione (accompagnato dal sottotitolo Evocazioni pianistiche), è stato realizzato un impianto installativo, che consta di un centinaio di calzari ottenuti da grandi quantitativi di pane combusto e disseminati nello spazio messo volta per volta a disposizione, con particolare riferimento a popoli o interi gruppi sociali attraversati da calamità o guerre. L’installazione di tipo visivo porta il titolo Nelle zone di un invalicabile grano e permette di rapportarsi fisicamente con il criterio di impossibilità di attraversamento del suolo, mentre in contemporanea l’udito è convolto nell’ascolto vero e proprio.
Nel brano Lucida captazione di urla di mare è prevista – all’interno del pianoforte- un’incorporazione di neo-armature e asimmetrici colli-sculture, appositamente progettati. In Allegorie sonore vengono sfruttati diversi coltelli, classificati in base a caratteristiche estetiche e sonore peculiari, per produrre suoni spurii, unitamente a una manipolazione di corde.
In stretta correlazione con il progetto visivo Exfoliación2 è stata invece configurata una performance di stampo composito, che fa leva su pratiche di esfoliazione rivisitate in chiave scenica e dove vengono sfruttati musicalmente spezzoni di fibre e bande elastiche per produrre suoni inediti. Il lavoro musicale è incentrato primariamente sulla cordiera e, in parte anche sulla tastiera. L’ambiente anche in questo caso prevede un impianto visuale annesso. Perno di libertà è il titolo di un progetto in fieri, che considera la mano pianistica come un fulcro per elaborare vicissitudini performative inedite, sulla base di teorizzazioni composite. Tra i principali récital e concerti- spettacolo come solista abbiamo inoltre:
– Sul potere di evocazione del suono
– Lo spazio sorge /Primo stadio di vicinanza /mistero. In questo particolare récital sono indagate le relazioni tra musica e architettura e sono esplicitati dei rimandi alla concezione dello spazio e alla dimensione dell’abitare (testi di A.Loos, C.Sachs, R. Koolhaas e musiche di A. Schoenberg, G.Ortíz, .E Luthiens, A L.Longo)
– Come un’ eco l’ indomani si apre è il titolo di un concerto-spettacolo che prevede testi di J.Cage e musiche di K.Stockhausen e S.Gubaidulina.
– Nel culto del numero si avvale di una duplice versione (la versione n.1 consta di musiche di J.S.Bach, L.Berio, A.Berg, K.Penderecki, la versione n.2 invece include musiche di J.S.Bach, J.Cage, A.Pärt, S.Reich).
E ancora:
– Risonanze dal Novecento
– Musiche tentatrici / Per una gamma di scelte
Diversi compositori si sono basati su sue scritture poetiche per impostare singoli brani o hanno richiesto una sua specifica collaborazione strumentale, per esecuzioni pianistiche. Un particolare rilievo ha assunto la collaborazione con Federico Costanza (per il brano Storia ignota di un segreto nervo rivoluzionario).
Ulteriori collaborazioni con Natale Romolo (per il brano pianistico Bianco, grigio e blu), Mauro Clementi (per il brano per voce e pianoforte Ribattute sillabe neganti ), Andrea Amendola (per diverse azioni musicali e poetiche, soprattutto ruotanti intorno al volume Plasma).
Con Natale Romolo è stato realzzato anche un lavoro di teatro musicale intitolato Basileus, portato in scena presso l’Auditorium dell’Università Tor Vergata sotto la direzione di Alfredo Santoloci e con la collaborazione di un ensemble di strumentisti e strumentiste e voci recitanti. In particolare: Maurizio Schifitto, Edoardo Pirozzi, Nasim Saad, Matteo Martizi, Marco Belocchi, Flavio Favale e Barbara Alesse.
Con Tonino Scalia (attore e mimo) è stato portato in scena lo spettacolo Fleur (regia di Sandro Mabellini) a cura dell’Associazione La Bottega dei Varii.
Collaborazioni in duo, per récital e per azioni performative, hanno avuto luogo anche con: Emanuela Sabatiello (violinista) all’interno del duo Humus2, Donata Inciardi (pianista) nella formazione Ergonduo, Ermanno Veglianti (clarinettista), Domenico Ciociola (disegnatore), Maurizio Rispoli (attore), Fabio Crosara (attore), Silvia Serenari (artista visiva), Irene Angelino (flautista), Alfonso D’Avino (chitarrista), Vania Castelfranchi (attore- regista), Tiziana Lo Conte (cantante), Annalisa Bencivenga (cantante). Anna Laura Longo ha anche sviluppato diversi Monologhi con apporti pianistici, dove gli interventi sono sia musicali sia vocali, sulla base di componimenti poetici o in prosa. Nel recente progetto intitolato Pianoforti eterocliti si ritrovano condensate diverse ipotesi di unificazione tra musica e arti. Ne fa parte l’azione pianistica basata su un canovaccio di sofisticate azioni e realizzazioni sonore e che porta il titolo L’apertura di uno scenario si arroventa nella plasticità degli enigmi, a cui si aggiunge il percorso visuale e pianistico Sfondi Udibili.
Con la Compagnia dei poeti (guidata da Marco Palladini) ha collaborato come voce recitante e come compositrice/interprete per lo spettacolo Pilade di P P.Pasolini. Proprio in questa circostanza sono sorte le prime idee per alcuni dei brani successivamente raccolti sotto il titolo Allegorie sonore.
Alcuni interessanti lavori si basano su un’elaborazione del silenzio in chiave performativa e gestuale. Si è esibita come pianista solista con orchestra, sotto la guida di Andrea Palmacci, portando in pubblico di W.A.Mozart il Concerto in do min. KV491.
Saggistica e critica musicale
Anna Laura Longo scrive di musica prestando attenzione soprattutto alle indagini della contemporaneità. I suoi principali saggi e articoli sono incentrati su I. Xenakis , B. Jolas, P. Boulez, E. Radigue, T. Takemitsu, E. Haubensak, P. Manoury.
Ha sviluppato di recente un progetto intitolato Musicologia con tracce visive, dove, unitamente a testi critici o di tipo analitico, vengono elaborati percorsi multisensoriali che fanno leva anche su elementi prettamente visivi. Ha effettuato ricerche peculiari sul tema del riconoscimento in musica (a tale riguardo un suo saggio è apparso sulla rivista Musica Domani n.184 ). Una sua indagine approfondita verte inoltre sui criteri numerici di tipo teorico-musicale, riconducibili al movimento (in tal senso suoi articoli sono apparsi su Musicheria, rivista di educazione al suono e alla musica).
Ha stabilito collaborazioni con Riviste e Blog tra cui: Diwali Rivista Contaminata, L’Age d’Or, Le reti di Dedalus, Racconti di musica, La recherche, Fucine Mute ((va menzionato lo scritto Xenakis un intermediario, prodotto in occasione dell’anniversario della morte del compositore). Su Tracce di studio è apparso nell’anno 2022 un saggio che approfondisce le congiunzioni possibili tra forme di attraversamento ambientale, mediante i passi, e riferimenti a sequenze melodiche, da ricostruire tramite la gestualità, in particolare avendo come supporto i brani pianistici raccolti sotto il titolo Ogives di Eric Satie. Ha pubblicato ulteriori scritti sulle relazioni che possono instaurarsi tra gesto musicale e gesto pittorico (avendo anzitutto come punto di riferimento la musica nonché pittura gestuale rispettivamente di G. Kurtág e di S.Hanthai).
Diverse indagini sono state condotte anche sulle acquisizioni di tipo mnemonico-corporeo, legate agli aspetti performativi e ancora sulla rigogliosità dell’ascolto. Su tutte queste tematiche sono stati impostati numerosi seminari e incontri.
Anna Laura Longo ha intervistato a più riprese compositori e compositrici della contemporaneità. Nel 2015 è apparso per Nuove Tendenze edizioni il volume Universi sonori – Dialoghi sulla musica dei nostri tempi (contenente conversazioni con Federico Costanza, Denis Schuler, Silvia Lanzalone, Carla Magnan, Daniele Corsi, Daniele Roccato, Marcela Pavia). Il volume è a cura di Oriana Rispoli e ne è coautrice Federica Nardacci. All’interno è presente anche un contributo dedicato a Morton Feldman.
Un secondo ciclo di interviste ha visto coinvolti tra gli altri Francesco Gesualdi, Antonio Caggiano, Stefano Taglietti, Chiara Saccone, Gianluca Ulivelli. Anna Laura Longo è entrata in dialogo con l’artista sonoro Luigi Berardi, pubblicando riflessioni dal titolo Vibrazioni dell’aere su arpe eoliche su FertiliLinfe, nella rubrica Nerbo sonoro. È stata intervistata in vari programmi radiofonici, proponendo volta per volta ascolti di suoi brani.
Ricerche pianistiche sulle risonanze (con ribaltamenti tra pienezza e vuoto)
Per raschiare le rocce è il titolo che ho voluto dare a un brano appartenente alla serie dei “Varchi pianistici” da me avviati nell’anno 2019. Si tratta nella fattispecie di brani incentrati sulla frammentazione e sulla costruzione di istantanei ribaltamenti tra pienezza e vuoto, in senso sonoro e acustico, con un’integrazione di flash di tipo “audio-visivo”. Il tutto conduce verso una particolare messa in rilievo delle risonanze, ottenibili attraverso l’impiego del pianoforte.
Nello specifico, il brano è stato realizzato su un pianoforte a coda di marchio Schulze Pollmann, sperimentalmente munito di aghi e aculei, di dimensioni diversificate, aventi lo scopo di trattenere i tasti in uno stato di parziale abbassamento, per una messa in vibrazione di specifici e conseguenti suoni armonici. L’oggetto di naura esogena, in questo caso, viene ad esser visto come un ausilio, ma al contempo come un’affascinante interferenza.
All’origine della strutturazione del brano stesso è presente un rimando al testo poetico – di natura ugualmente oggettuale – che va a chiudere la raccolta poetica intitolata Plasma / Sottomultipli del tema “Ricordo” (Fermenti editrice), di cui sono autrice. Nella pagina in questione, a mo’ di inserto di tipo materico, si staglia nuovamente un vero e proprio ago, fissato mediante la tecnica del collage. Prende avvio di qui il componimento poetico, collegato per l’appunto con le intenzioni sonore e performative. Tornando tuttavia al brano vero e proprio è importante mettere in evidenza il fatto che venga privilegiato e accentuato un senso aperto e libero di discontinuità, attraverso un dispiegamento di “lampi di dinamismo” che si accompagnano a tenui passaggi. Questi ultimi si nutrono di suoni isolati, quasi lasciati sospesi o fatti oggetto di rerefazione. Oltre ad essere pensato per una proposta propriamente performativa, il brano è stato altresì concepito e di fatto utilizzato nell’ambito del progetto di natura audio-visuale intitolato Nei terreni preservati dalla siccità, dove musiche strumentali, in questo caso pianistiche, vanno ad accompagnare, corroborare e potenziare sensorialmente l’atto dello sfogliare all’interno di mostre bibliografiche o in contesti espositivi specifici. Gli ascoltatori e le ascoltatrici che fruiscono dei materiali si ritrovano pertanto all’interno di un’esperienza ampliata.
Il progetto in tal modo si apre a un’ipotesi di componibilità e di effettiva stratificazione di intenti, prevedendo una viva compattazione degli elementi chiamati in causa. Si aggiunge a ciò un confronto diretto e possibile tra gestualità e pratiche performative sperimentali.
Di seguito il collegamento per effettuare l’ascolto:
Breve nota sull’operatività musicale messa in campo
Attualmente sono fautrice di un pianismo di ricerca che conduce verso elaborazioni performative decisamente personalizzate, il più delle volte accompagnate da teorizzazioni di carattere estetico-musicale e da itinerari di natura riflessiva, che vengono regolarmente promossi attraverso pubblicazioni, scritti e testimonianze. Nelle mie esperienze i pianoforti vengono visti come sistemi produttivi “altri” e dunque azionati con modalità innovative. In particolare, gli strumenti musicali vengono spesso utilizzati come “reagenti” prospettando un uso alternativo della mano e del corpo per un risultato sonoro, ma anche visivo, inusitato. Sono frequenti nella mia concezione delle interpolazioni oggettuali che sono frutto di auto-progettazioni e che trovano una collocazione interessante a ridosso dello strumento stesso (in particolare nella cassa, nella cordiera, negli interstizi dei tasti, etc.) oppure trovano un inserimento alternativo e circostanziato mediante la costruzione di assemblaggi appositi dotati di maggiore complessità, che vanno a definire veri e propri dispositivi o impianti installativi. Vengono da me utilizzati anche cordofoni e strumenti a percussione, in forma integrativa rispetto alle prassi pianistiche, per ottenere elaborazioni e azioni strumentali di carattere misto. Anche l’utensile subisce di frequente una riconversione e diviene a volte un ausilio affascinante per la produzione del suono oppure si trasforma esso stesso in un “oggetto sonico”. Segnalo, a tale riguardo, le esplorazioni intitolate Allegorie sonore, rientrate in contesti teatrali. Nel pianoforte si condensa, in definitiva, un reticolo di azioni multiformi e molteplici.
Tra le incisioni discografiche come pianista solista ci tengo a ricordare il CD L’ombra della voce (TEM) con musiche di Andrea Amendola. Tra i récital portati in pubblico: Lunghe le mani sfilate dal suolo, Sul potere di evocazione del suono, Lo spazio sorge (Primo stadio di vicinanza-mistero), Risonanze nell’alta penombra, Suoni iconici (Musiche del tempo corrente) e Klavier-reticolo.
Tra i principali brani pianistici: Per raschiare le rocce, Velamen, Dentro fuochi ammutoliti da caotiche distanze, Allegorie sonore, Nella pienezza si fa strada un sogno, Vortice trasformativo, Segni di permutazione e voli in crespi sentieri, Suoni e paesaggi striati, Musiche tubolari.





