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Musica dall’Oriente: “Lamma Bada Yatathanna” – Il Medioevo Andaluso

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Cari amici oggi andremo ad esplorare la Spagna e più precisamente la regione chiamata Andalusia. Uno studio sostiene la sua origine provenga da “Vandalusia” o meglio ancora da “Landahlauts”, termine gotico che viene tradotto in “feudi di nobili visigoti”. Parliamo quindi di lotti terrieri, dell’ex impero romano, appartenenti ai Visigoti ovvero i Goti dell’ovest (West-gothen). Successivamente la Spagna venne conquistata dai “mori” che decisero di chiamarla Al-Andalus, modificandone il nome e aggiungendo l’articolo “Al-”, presente ancora oggi in molte parole spagnole di origine araba. Ci troviamo quindi nella Spagna araba medievale (711-1492) e andremo a studiare la canzone Lamma Bada Yatathanna la cui traduzione richiederebbe un’interpretazione ad-hoc poichè il testo è ricco d’espressioni medievali. Alla base della struttura di questa canzone troviamo i Muwashshah che sono forme poetiche arabe sviluppatesi in Spagna intorno all’anno 1000. La parola Muwashshah viene tradotta come “cintura” intesa come “struttura che connette strofe separate”. Passiamo ora all’analisi del brano.

Analisi del brano

Il ritmo alla base di questa canzone viene chiamato Sama’i Thaqil nella musica araba e Aksak Semai nella musica turca. Si tratta di un 10/8 e la parola Sama’i ha origine da “sm’a” che significa “ascoltare” mentre Thaqil significa “pesante” ovvero sta a indicare che si tratta di un ritmo “lento”. Il consiglio che vi do è quello di studiare la cella ritmica che riporto a seguire. Trattandosi di un 10/8 andremo a scomporlo in tempi più semplici in corrispondenza degli accenti forti che sono primo, quarto, sesto, settimo e ottavo movimento.

Imbracciamo quindi la nostra chitarra e iniziamo a collocare il capotasto mobile al primo tasto cosi come indicato in partitura. Questo ci servirà per suonare comodamente le 4 alterazioni bemolle in chiave. Siamo quindi in Lab, tonalità non sempre amata da noi chitarristi e che, approfittando di questo studio, potrebbe diventare più familiare. Come in ogni brano le prime battute ci aiutano ad entrare nel ritmo. Consiglio quindi di suonare queste battute prestando attenzione alla cella ritmica esposta in precedenza.

Se ci facciamo caso, la nota bassa FA suona sul primo e sul quarto movimento e la nota bassa DO suona sul sesto e settimo per poi chiudere sul FA proprio all’ottavo movimento. Una volta interiorizzata questa cella ci verrà facile suonare il resto che richiederà un minimo di attenzione alla diteggiatura. Procediamo quindi con la terza battuta dove iniziamo a esporre il tema che si ripeterà tre volte. Questa mia trascrizione è tratta dalla versione cantata da Lena Chamamyan e contiene due linee distinte: quella dei bassi e quella del cantato. La linea dei bassi, a tratti cromatica, discende e si incastra con la melodia arricchita di abbellimenti. Il cantato è costruito su una scala che si basa sul Jins Nahawand e sul Jins Hijaz composti dai seguenti intervalli:

Jins Nahawand : T – ST – T – T – ST
Jins Hijaz          : ST – T+ST – ST  – T – ST

Se partiamo dagli intervalli dal Jins Nahawand e li fondiamo al Jins Hijaz otteniamo la scala utilizzata nel brano:

T – ST – T – T – (ST) – T+ST – ST

Essendo il brano in tonalità di Lab, terza minore di Fa, andremo a costruire la scala di Fa con questi intervalli ottenendo:

Fa  Sol  Lab  Sib  Do  Reb  Mi  Fa

La riconoscete? Ebbene si, è la scala minore armonica di Fa. Per oggi è tutto! Buono studio e al prossimo viaggio!